- Marco, ma cosa
sono questi termini? Sei impazzito? - Mia madre cercò di essere severa, mi
chiamava Marco quando era arrabbiata con me.
- Impazzito? Scommetto
che lo dicevi anche a papà, vero? Ecco perché è andato via, ha preferito morire
tra le braccia di una giovane straniera, piuttosto che stare con una vecchia
bigotta timorata di Dio, perché è questo che sei, lo sai, mamma? Mammina? -
Mia madre lo guardò
terrorizzata e cominciarono a tremargli tanto le mani quanto le gambe.
- Perché mi dici
queste cose, lo sai che mi fanno male, non è giusto io... io non... - Mia madre
non riuscì a concludere la frase, come se la voce iniziasse a mancarle. Lui le
indirizzò un sorriso beffardo e compiaciuto, mia madre lo guardò negli occhi ed
il suo sguardo mutò, assumendo un’aria preoccupata ed agitata.
- Dimmi mamma, cosa,
mi vuoi dire? -
- Io non ti
riconosco. - Disse, ed il silenzio invase la stanza mentre i loro sguardi s’incontrarono.
Mia madre fu colta da una forte agitazione, come se fosse riuscita a leggere
nelle profondità dei suoi occhi la sua intrinseca, malvagia natura.
- Tu non sei mio
figlio. - Disse, - tu sei quel demonio che ho sognato la notte scorsa. – Balbettò
con un filo di voce mentre sentiva la bocca prosciugarsi. Lui si alzò dalla
sedia su cui stava seduto, e si avvicinò a lei, lo sguardo gli divenne cupo,
profondo ed inquietante.
- E chi sono io,
mamma? - Chiese beffardo con una voce bassa e distorta.
- Mia madre scivolò
dalla sedia e cadde in ginocchio sul pavimento, la sua mano si toccò il petto
all’altezza del cuore, ed il suo viso divenne pallido come la luna. Lui si
chinò su di lei.
- Adesso mi vedi
vero? Adesso che stai lasciando questo mondo mi vedi, vero mammina? -
Mia madre si
accasciò, rantolando.
- Tu... sei... un
demonio! Dov’è mio figlio? Aiutami signore, aiutami. - Disse con un filo di
voce, mentre col braccio tentò di allungarsi per raggiungere il crocifisso
appeso alla parete. L’essere si alzò in piedi, e staccò il crocifisso dalla
parete.
- Cercavi questo? -
Disse porgendoglielo con scherno. Mia madre tentò di afferrarlo, ma lui lo
ritrasse prontamente.
- Il tuo Dio non ti
aiuterà. - E fu in quel preciso momento che vidi mia madre guardare verso di
me, stava per morire, e prima di andarsene riuscì a vedermi. I suoi occhi
cercavano aiuto ma allo stesso tempo volevano proteggermi, come sempre faceva sin
da quando ero piccolo. Io non potevo fare nulla, solo osservarla mentre se ne
andava. Lui si accorse di tutto e si voltò sorridendo col suo ghigno diabolico.
Infine, si avvicinò al viso di mia madre.
- Non ti
preoccupare, tuo figlio ti raggiungerà presto all’inferno. - Disse accompagnando
la frase con un ghigno. Mia madre ebbe un sussulto, ed il suo cuore cessò di
battere. In quell’istante, nel momento esatto in cui morì, avvertì la sua
presenza che mi attraversò come una carezza. Fu il suo ultimo saluto.
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